Hai tu mai visto tante fronde
Nella fera opposizione, che da sconfitta nacque,
che di civil passion genera l’onde
e mai unico candidato sceglier piacque?
Alle prossime elezioni di nomi abbonde:
“Io sono l’unico che alle gente piacque”;
“Io, già da pargol ebbi cinto il capo di lauree fronde”,
“’Chè? Del mio corpo grassottel qualcosa non vi piacque?”Mentre sgomita con gran periglio,
la fera opposizion, sconfitte scrive;
la maggioranza, invece, sta!, sanza batter ciglio.Fuor queste della Repubblica le direttive?
La nostra Casarano perse il piglio
E sol guarda il vicino che meglio vive!
Parafrasi
Si sono mai viste tante correnti politiche
Nella fiera opposizione – uscita dall’ultima sconfitta elettorale –
Forte da generare onde di passione civile
Ma a cui mai piacque scegliere un unico candidato?
Alle successive elezioni abbonderanno i candidati:
“Io sono l’unico che piace alla gente”;
“Io, già da ragazzo fui cinto con la corona di foglie d’alloro”
“Cosa? Non vi piace il mio fisico un po’grassoccio?”
La fiera opposizione, mentre sgomita con gran pericolo,
continua a collezionare sconfitte;
la maggioranza, invece, è ferma, senza correre pericolo.
Furono queste le fondamenta della Repubblica?
La nostra Casarano ha perso le forze
E non rimane che guardare i Comuni vicini in cui si vive meglio.
Commento
L’arguto Menotti, nella ricorrenza della festa della Repubblica del 2 giugno, propone un amaro raffronto fra i principi che animarono i padri costituenti e la situazione dell’attività politica – non tanto partitica – di Casarano.
Il suo sguardo si posa prima sulle lotte fratricide degli schieramenti dell’opposizione, in cui continuano a emergere dannosi personalismi, per poi pennellare con un unico, magistrale verso, la “staticità” della maggioranza che, non pungolata dall’opposizione, vivacchia tranquilla.
Dal sonetto emerge come il principio stesso della Repubblica si basa sulle responsabilità di tutti, maggioranza ed opposizione, ed ognuna deve fare il proprio dovere, perché la mancanza di impegno dell’uno, danneggia non la controparte, ma solo i cittadini che subiscono l’impoverimento della propria Città.
L’implicita lezione, forse, si legge in filigrana: l’impegno politico deve essere fine a sé stesso, non alla vittoria elettorale.