Tanto gentile e tanto onesta “pare”
la città mia, quando lo turistico viandante ivi arriva
che per non rischiar pugno in sua nordica gengiva
meglio seria suo sguardo a terra ben fissare.
L’auto in terza fila posteggiata non osservare
Se oggetto non vuoi esser di indigena invettiva
Né curati di notar gli affari di losca comitiva
Che da li vecchi vicoli vedi spuntare.
Incendi, bombe carta e fucilate
Quivi mai trovaron sede
Ché Casarano non è un canile.
Allor sapete qual è lo pesce d’aprile?
Ciò che per le urbiche vie accade nessuno vede
E unico motivo d’indignazione son le processioni tanto amate.
Commento
Menotti Lupo dedica un appassionato sonetto alla sua città; una Casarano, quella del 2023, molto diversa rispetto a quella nella quale egli era vissuto. Lupo non esita a stigmatizzare, con l’arma dell’ironia, la deriva presa dai suoi concittadini, con un costante riferimento ai “temi caldi” di questo periodo: la sicurezza, gli attentati intimidatori che continuano a verificarsi da qualche mese a questa parte e, ultimo in ordine di tempo, la modifica alla processione del Venerdì Santo.
Struttura: Sonetto con rima ABBA; BAAB; CDE; CDE.Parafrasi
Così gentile e così onesta “sembra” /
Casarano, agli occhi di un turista appena giunto /
il quale, per non rischiare di ricevere un pungo nei denti, /
bene farebbe a tenere il suo sguardo abbassato. /
Non è il caso, ad esempio, di notare il parcheggio in terza fila, /
onde evitare di ricevere una bella dose di insulti. /
Il turista bene farebbe a ignorare gli affari della losca comitiva /
che dai vicoli del centro vede spuntare. /
Attentati incendiari, bombe carta e colpi di fucile /
non si verificano mai a Casarano /
perché Casarano non è un canile. /
Allora, volete sapere qual è il pesce d’aprile? /
Quello che accade per le strade cittadine non lo vede nessuno /
e l’unico motivo di indignazione sono le tanto amate processioni. /