Sud ore

Stavvi il funzionario retro lo grande scranno
Mentre carte s’addensano di anno in anno,
Il computatore acceso notte e giorno
Ma la testiera usata fu per sol contorno.
Sempre nel pensier assorto, fronte corrugata
Timore hai nell’entrar in quella stanza sudata.
O vil cittadino che urgenza di pratica hai da presentar,
Scrivi in testamento a tuo figlio, una volta all’anno, di sollecitar,
Sappi, però, che danno procurerà lo tuo andare
Poiché disturba il pensier d’ufficio del general affare.
Stesso o anco maggiore è l’impegno nel tecnico ufficio
Dove, da contratto, per più lavorar s’indossa lo cilicio.
“Ci stiam lavorando” è la risposta al cittadin già confezionata,
che superfluo rende, per chieder conto, anche l’andata.
Certo è che se l’ambascia è di domestica pertinenza
Si lavora sì tanto che del fiato si rischia di rimaner senza.
Vedo, al pari, la corpulenta guardia municipale
Che sbraita se il vetusto guidator, lento si muove sul manto stradale.
Buona pratica sia che il cittadino onesto e buono
Al pubblico ufficiale un lindo panno tergisudor faccia dono!
Un pensier, infine, mi si lasci formulare
Vedendo le ultime notizie circolare:
Lo politico inesperto e il funzionar assai gravato
Giustifcan con lode ogni bando all’util bene non finanziato.


Commento

Menotti Lupo, da acuto osservatore, mette in evidenza le caratteristiche non certo edificanti di taluni pubblici funzionari. Usando l’arma del sarcasmo e dell’ironia per criticare, sa benissimo che, per essere più incisivo, deve accentuare i difetti dei suoi bersagli, nella tacita consapevolezza che generalizzare il più delle volte è sbagliato.  
Lirica con metrica variabile e rima baciata AABBCCDD.

Parafrasi

Si siede il funzionario dietro la grande scrivania/
Mentre i fascicoli si accumulano di anno in anno,/
Il computer è acceso notte e giorno!
Ma la tastiera con cui usarlo serve solo per decorare la scrivania./
Il funzionario è sempre preso da mille pensieri, concentrato tanto da corrugare la fronte,/
Un timore reverenziale ti coglie nell’entrare nella stanza pregna di sudore./
O misero cittadino che hai urgenza di presentare una pratica,/
Lascia scritto in testamento a tuo figlio di ritornare annualmente a sollecitare./
Devi sapere però, che questo tuo sollecitare, procurerà danno/
Perché disturba il pensiero dei funzionari pubblici./
Uguale o anche maggiore è l’impegno negli uffici tecnici/
Dove per lavorare di più si indossa da contratto il cilicio./
“Stiamo lavorando” è la risposta preconfezionata per il cittadino,/
Che rende superfluo l’andare a chiedere lumi sullo stato della pratica./
È certo che se il lavoro è di provenienza casalinga,/
Si lavora tanto che si rischia di rimanere senza fiato./
Allo stesso modo, vedo il vigile corpulento/
Che sbraita se qualche anziano autista rallenta il traffico./
Sia buon uso che i cittadini onesti e buoni/
Portino in dono ai funzionari pubblici un pulito panno asciugasudore.
Mi si lasci, infine, formulare una riflessione generale/
Vedendo le ultime notizie in circolazione:/
Il politico inesperto e l’impiegato molto carico di lavoro/
Giustificano con lode i bandi per le opere pubbliche che vengono bocciati./

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