Saluto voi, dame, prìncipi e sacerdoti, /
Uomini di lettere al Globo intiero noti, /
Che vivete senza vivere l’urbano /
Atollo misterioso, nomato Casarano. /
Talenti senza pari, eccellenze di Nabuk /
In dominici palazzi, sagrestie e pagine Facebook /
S’incontrano a strafottere e a iosa /
Eligendo questa terra ad aulentissima rosa. /
Mio, confesso, è un vizio che l’antica vista mi face: /
Per quanto l’apparire ad uomo e donna piace /
Restommi un difetto incastonato fra petto /
E mente: scrutare dentro l’umano assetto /
E cercar di leggere oltre la superfice /
E dar parola a ciò che lor gesto e voce mai dice!
COMMENTO
Questa prima composizione del Menotti 2.0 è una presentazione di sé stesso e della sua opera alla sua città. Menotti confessa di aver mantenuto ancora intatto il suo “vizio” di dare voce ai reali pensieri che le persone vorrebbero esprimere, ma non possono, a causa del dictat del “politicamente corretto”. Struttura: sonetto con metrica libera e rima AABB CCDD EEF FGG.
PARAFRASI
Vi saluto, signore, prìncipi e uomini di chiesa, letterati noti in tutto il mondo, che vivete con superficialità e senza impegno la piccola isola sempre difficile da scrutare, chiamata Casarano.
A Casarano, si incontrano in grande quantità talenti che non hanno paragoni, eccellenze preziose fra palazzi signorili, chiese e pagine Facebook, rendendo una città come Casarano una rosa profumatissima (aulentissima).
Confesso un mio vecchio vizio nel vedere le cose. Per quanto piaccia agli uomini l’apparire, a me è rimasto della mia precedente vita un difetto di cui non riesco a fare a meno: guardare nell’intimo delle persone, cercando di leggere oltre l’apparenza e far emergere ciò che le persone veramente pensano e dicono, al di là di ciò che sono costrette a dire e a fare.